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venerdì 10 settembre 2010

intervista all'avv. Arturo Salerni

Parla il Presidente dell’Associazione Europa Levante e avvocato di Öcalan: "E' il Mandela dei curdi"
intervista ad Arturo Salerni di Marco Incagnola
 
Come raccontato in questa pagina, il Comitato europeo ha reso pubblico il report sulla visita nel carcere dove attualmente è detenuto Öcalan. Parliamo della sua situazione con Arturo Salerni, che oltre ad essere l’avvocato che consentì al leader del Pkk il riconoscimento del diritto di asilo è anche il Presidente dell’Associazione Europa Levante.
Avvocato Salerni, cosa pensa della situazione in Turchia, oggi, rispetto all’annoso conflitto tra kurdi e turchi?
Fino a poco tempo fa, sembrava che ci fossero delle aperture da parte del Governo Erdogan ma in realtà, anche per la pressione dei militari che partecipano sempre attivamente alla vita politica turca, il percorso ha registrato molte più battute d’arresto che passi in avanti. Negli ultimi mesi ci sono stati arresti di amministratori locali nell’area del sud est e lo scioglimento del DTP, il partito che rappresentava l’etnia kurda nel Parlamento turco. Le aperture del Governo, peraltro, erano attese anche in considerazione del fatto che il percorso di ingresso in Europa della Turchia richiede il riconoscimento di alcuni standard democratici. Ma anche la presenza di molte forze politiche, soprattutto in Francia e Germania, che hanno premuto per non fare entrare la Turchia in Europa, hanno fatto sì che la Turchia oggi guardi più al Medioriente che all’Europa. La questione dei diritti della minoranza kurda, insomma, non ha registrato significativi miglioramenti.
Lei è stato l’avvocato che ha consentito il riconoscimento del diritto di asilo ad Öcalan. A chi sono attribuibili, a suo avviso, le responsabilità dell’arresto?
Öcalan ha subito delle condizioni di detenzione inammissibili, durissime. Unico prigioniero sull’isola di İmralı, per oltre dieci anni. Senza parlare delle modalità di arresto, un’operazione di illegalità internazionale. Tutti ricordano l’assalto all’ambasciata di Nairobi. Öcalan è il Mandela dei kurdi, ed è riconosciuto come tale dal suo popolo. Un attore indispensabile per un possibile dialogo tra le parti. Oggi Öcalan è stato sostanzialmente neutralizzato. L’Italia formalmente non lo ha mai respinto. Formalmente la magistratura ha anche dichiarato il suo diritto all’asilo. Il nostro Paese, invece, ha una grande responsabilità politica, anche per non aver fino in fondo offerto sostegno ad Öcalan. All’Europa è mancata una visione politica capace di imporre un vero e proprio negoziato tra lo stato turco e i kurdi che vivono in Turchia. Stiamo parlando di circa 20 milioni persone, circa un quarto della popolazione turca. La situazione si è evoluta positivamente per i kurdi a livello internazionale, con il riconoscimento della Regione autonoma del Kurdistan. Oggi le condizioni sarebbero pure favorevoli, ma se non si pone il negoziato come punto imprescindibile per l’ingresso in Europa della Turchia, sarà difficile che si compiano decisivi passi in avanti.
L’Unione Europea ha inserito molte organizzazioni kurde tra quelle terroristiche. Cosa ne pensa?
L’inserimento del Pkk e del Kongra-gel è una forzatura dal punto di vista giuridico. Alcuni organismi giurisdizionali europei hanno dichiarato illegittimo l’inserimento da parte del Consiglio dell’Unione Europea del Pkk nella lista delle organizzazioni terroristiche. Dopo l’estate partirà una campagna dei giuristi europei per l’escludere il Pkk da questa lista. Una decisione che, obiettivamente, è insensata.

Articiolo pubblicato su Terra del 15 luglio 2010

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